Release G20: un recovery plan per i paesi africani

13/09/2021
La crisi mondiale causata dalla pandemia, la cosiddetta pancrisi, ha indebolito economie già fragili e messo in crisi il sistema di finanziamenti internazionali. In occasione della presidenza italiana dei G20, una proposta apre nuovi orizzonti alla solidarietà e alla cooperazione internazionale, a favore di uno sviluppo sostenibile.
Un meccanismo di riduzione parziale o totale del debito, con la creazione di un fondo di contropartita finalizzato a investimenti sostenibili è il fulcro dell’iniziativa promossa da Link. Il debito dei paesi a basso reddito rischia di aggravare ulteriormente le conseguenze della pandemia che hanno compromesso le loro prospettive di sviluppo così come la stessa sostenibilità del debito. Il tema è stato approfondito con alcuni Ministri di Governi africani e con Ambasciatori del continente accreditati in Italia, nell’ambito degli approfondimenti tematici della Presidenza italiana del G20.

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RELEASE G20, ENGLISH PROPOSAL

RELEASE G20, EN FRANÇAIS

La proposta ReleaseG20 elaborata da LINK 2007 prevede una conversione flessibile, totale o parziale, del debito dei Paesi a basso reddito e di quelli i cui problemi di indebitamento sono aggravati dalle conseguenze economiche e sociali della pandemia che hanno compromesso le loro capacità e prospettive di sviluppo così come la stessa sostenibilità del debito.

La cooperazione internazionale per lo sviluppo sostenibile può soffrire di ulteriori problemi di finanziamento a causa delle conseguenze della pandemia da Covid-19. Il sostegno agli investimenti, così indispensabili per lo sviluppo, può essere rilanciato in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS/SDGs) su iniziativa della Presidenza Italiana del G20 nel 2021, da costruirsi sull’estensione della sospensione dei pagamenti (DSSI) già decisa dal G20.

L’iniziativa RELEASE G20 rappresenta una proposta di conversione flessibile, totale o parziale, del debito sovrano con la creazione, da parte del paese debitore, di un fondo di contropartita in valuta locale, finalizzato allo sviluppo sostenibile – SDG Fund / Fondo OSS – con dotazioni nominalmente equivalenti ai valori dei pagamenti dei debiti esistenti. 

L’obiettivo è quello di promuovere il raggiungimento degli OSS da parte dei paesi più fragili che si trovano a far fronte alla crisi economica causata dalla pandemia, che sta amplificando le fragilità strutturali originate da disuguaglianze e sottosviluppo, favorendo investimenti sostenibili a medio e lungo termine in strutture e servizi resilienti, sia su iniziativa pubblica sia con incentivi per il settore privato. La promozione degli investimenti, specialmente nei paesi in sviluppo con un alto potenziale demografico come nel continente africano, può stimolare la crescita economica, favorire il commercio, assicurare i servizi e creare posti di lavoro stabili. Pertanto, è necessario ricorrere alla riduzione e rimodulazione del debito per scongiurare il dilagare di situazioni di default economico e per promuovere investimenti per la ripresa finalizzati agli OSS.

La conversione del debito dovrebbe essere graduale in modo da accrescere nel tempo l’effetto moltiplicatore e l’impatto in sintonia con la definizione delle politiche del paese. I paesi indebitati ridurrebbero la spesa pubblica per il servizio del debito in cambio dell’impegno ad investire, nelle proprie economie, l’importo equivalente in valuta locale, secondo una tempistica concordata.

Tale conversione dovrebbe procedere di pari passo con l’adeguamento dell’aiuto allo sviluppo (APS), attraverso soluzioni combinate, con strumenti di blending, al fine di assicurare livelli di crescita, creare posti di lavoro dignitosi e raggiungere maggiori livelli di sostenibilità. La maggiore mobilitazione di risorse e strumenti dovrà in ogni caso essere aggiuntiva agli impegni per l’APS, che continua ad essere uno strumento essenziale principalmente per i paesi meno sviluppati e che pertanto non deve essere ridotto. 

I vantaggi della conversione dei debiti in fondi locali di investimento sono chiaramente comprensibili. In particolare, essa permette di programmare e realizzare progetti immediati in coerenza con gli OSS, rafforza l’ownership dei rispettivi paesi e l’assunzione di responsabilità nella gestione dei fondi e nello sviluppo della capacità amministrativa; convince più facilmente i creditori a mantenere e rafforzare i rapporti con tali paesi.

A livello di singolo paese, tutte le risorse così generate dalle decisioni di RELEASE dei paesi del G20, l’UE, il FMI, la BM e altre Istituzioni finanziarie internazionali saranno incanalate in un Fondo OSS di contropartita finalizzato ad investimenti in valuta locale in linea con gli OSS, oltre che con il piano di sviluppo del paese e, se in Africa, l’Agenda dell’Unione Africana 2063, con misurabili impatti sugli specifici target degli OSS. Il Fondo finanzierà questi investimenti oppure sarà utilizzato come garanzia per fare leva su altri fondi o investitori, essenzialmente per investimenti privati, con l’obiettivo complessivo di creare posti di lavoro dignitoso e sviluppo sostenibile.

Il Fondo OSS gestito a livello governativo, paese per paese, con la supervisione del ministero delle finanze e il coinvolgimento dei ministeri interessati e delle organizzazioni della società civile, sarà dotato di un meccanismo di monitoraggio, così da garantire trasparenza, accountability ed efficacia agli interventi. Dovrà essere negoziato sulla base delle pratiche correnti e con modalità concordate con i paesi creditori. Il G20 potrebbe fornire linee guida sulla governance, da adattare caso per caso tenendo in considerazione il numero di paesi creditori partecipanti al Fondo nazionale OSS.

Le condizioni connesse al finanziamento dovrebbero essere semplici, trasparenti e facili da monitorare da tutte le istituzioni coinvolte. Il monitoraggio e la chiarezza dei criteri per l’utilizzo dei Fondi saranno particolarmente importanti data la necessità di ristabilire la disciplina ed il buon uso della conversione del debito; in particolare l’indebitamento elevato riguarda paesi la cui leadership deve conquistarsi fiducia e credibilità. I creditori potrebbero essere attirati dall’idea di convertire quanto non più recuperabile in fondi che potrebbero costituire un passo verso la sostenibilità di un dato paese, con la garanzia di un certo grado di monitoraggio. Il commercio e l’acquisto delle armi così come la violazione dei diritti umani dovrebbero essere considerati un impedimento all’alleggerimento dell’onere del debito. Altro aspetto da tenere in considerazione è l’impegno a raggiungere una maggiore resilienza e neutralità climatica come incentivo per rafforzare il tenore di RELEASE G20.

Nello spirito di flessibilità di RELEASE G20, nel caso di paesi particolarmente fragili, altamente indebitati e con livelli di debito non sostenibili a causa delle conseguenze della pandemia, una cancellazione totale o parziale del debito rimane l’opzione più auspicabile.

RELEASE G20 potrebbe rappresentare la proposta vincente del G20 alla comunità internazionale per trovare un accordo a lungo termine per la riduzione dell’onere del debito e per l’individuazione di un processo di ristrutturazione sistematica e sostenibile del debito sovrano nei paesi più fragili maggiormente indebitati, unitamente agli investimenti sugli OSS. L’iniziativa avrebbe un forte impatto sia a livello politico, come passo fondamentale nell’attuazione degli impegni del “Finanziamento per lo Sviluppo”, che di programmazione ed operatività nel campo della cooperazione internazionale, per una ristrutturazione del debito che sia equa, regolare, puntuale ed efficace e dia modo ai paesi di investire negli OSS, come previsto dal Piano di azione dell’Agenda di Addis Abeba.

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RELEASE G20, ENGLISH SUMMARY PROPOSAL

RELEASE G20, SYNTHÈSE EN FRANÇAIS