La società civile internazionale chiede al G7 un’azione ambiziosa per la salute globale 

Ancona, 11.10.2024. Il diritto alla salute di miliardi di persone è costantemente messo a rischio dalle multiple crisi globali tra loro interconnesse, le cui cause strutturali restano irrisolte: significa che sarà molto difficile raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile entro il 2030, sia in ambito salute che in altre aree; allo stesso tempo, le crisi in atto contribuiscono al ritorno di malattie ed epidemie già note e alla comparsa di nuove.

Il Civil7 (C7) – il gruppo di “ingaggio” ufficiale del G7 che riunisce organizzazioni della società civile di tutto il mondo – ribadisce l’urgenza della solidarietà internazionale, date le attuali modalità di evoluzione delle malattie che portano allo sviluppo di vere e proprie “sindemie” e la conseguente necessità di risposte sistemiche. Il punto di partenza è l’elaborazione di risposte che si basino sull’eliminazione delle inaccettabili disuguaglianze nell’accesso alle cure e ai servizi sanitari e che prevedano un dialogo equo e la partecipazione di tutti gli attori coinvolti, con particolare attenzione nei confronti delle persone in situazioni di maggiore vulnerabilità e marginalità, su cui grava il peso maggiore delle sfide globali, specialmente nel Sud Globale. Pertanto noi del C7, ribadiamo la nostra grande preoccupazione per l’assenza di un adeguato riconoscimento del ruolo della società civile, delle popolazioni chiave e delle comunità colpite nella governance sanitaria globale.

Siamo molto preoccupati per il fatto che non venga menzionata la salute globale come diritto umano fondamentale. Infatti, solo adottando un approccio alla salute globale basato sui diritti umani, sull’equità, sulla centralità delle persone e trasformativo di genere potremo raggiungere efficacemente gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile eliminando tutte le forme di esclusione, discriminazione e criminalizzazione dalle politiche e dalle pratiche sanitarie.

Notiamo con preoccupazione che non viene fatta alcuna menzione dei sistemi sanitari di comunità che, soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito, hanno un ruolo cruciale nel garantire alle persone in condizioni di vulnerabilità e marginalità l’accesso all’assistenza sanitaria di base.

Accogliamo con favore il riconoscimento del ruolo critico dell’OMS e la necessità di un suo rafforzamento, anche da un punto di vista finanziario. Inoltre, apprezziamo il rinnovato impegno a porre fine all’HIV, alla tubercolosi e alla malaria attraverso un solido sostegno al Fondo Globale in occasione del suo rifinanziamento il prossimo anno, fondamentale per porre fine alle tre epidemie come concordato nell’Agenda 2030 e accogliamo con favore il continuo sostegno ad altri meccanismi internazionali come Gavi.

Apprezziamo il sostegno al potenziamento della produzione farmaceutica in Africa per promuovere la copertura sanitaria universale, nonché in America Latina e nella regione dei Caraibi, e sottolineiamo la necessità di promuovere concretamente un accesso equo alle contromisure mediche (Medical Countermeasures – MCMs) attraverso la promozione di fattori che favoriscono le produzioni regionali di strumenti diagnostici e terapeutici.

Apprezziamo l’impegno nella promozione della salute e dei diritti sessuali e riproduttivi (SRHR), ma chiediamo al G7 di accelerare l’azione congiunta per garantire fondi e finanziamenti adeguati e prevedibili per una salute sessuale e riproduttiva universale per tutte e tutti lungo tutto l’arco della vita. Questo è fondamentale per porre fine al bisogno insoddisfatto di pianificazione familiare e alle morti materne prevenibili, nonché per porre fine alla violenza sessuale e di genere e alle pratiche dannose.

Pur accogliendo con favore il giusto riconoscimento dell’approccio One Health e del suo stretto legame con la crescente sfida che la resistenza antimicrobica pone alla salute globale, riteniamo che il G7 avrebbe potuto avere un impatto più significativo. Ci si aspettavano impegni più ambiziosi e di azioni concrete per eliminare l’accesso iniquo ai farmaci, tra cui gli antimicrobici, strumenti diagnostici e altri prodotti sanitari, soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito, il che rientrerebbe e amplierebbe quanto concordato lo scorso settembre nella Dichiarazione politica dell’incontro di alto livello delle Nazioni Unite sulla resistenza antimicrobica.

Il C7 esorta i Ministri della Salute e i governi del G7 a promuovere cambiamenti nelle politiche internazionali affinché siano sistemiche e trasformative, attraverso un multilateralismo internazionale rafforzato e rinvigorito, come recentemente riaffermato anche dalle Nazioni Unite. I paesi G7 possono giocare un ruolo importante nel veicolare consenso per l’attivazione di politiche e pratiche multisettoriali che accelerino il raggiungimento di un’assistenza sanitaria accessibile per tutte e tutti ovunque nel mondo nel contesto dell’Agenda 2030 di sviluppo sostenibile.

Comunicato Stampa del Civil7

Contatti: Dario Lo Scalzo, e-mail communications@civil7.org, cell: + 349 38 95 415