La cooperazione al servizio dei beni culturali

02/01/2022

Da Il Sole 24 Ore del 2 gennaio 2022. 

Ci sono viaggi che consistono nello spostarsi, con coraggio e determinazione, dieto le quinte del mondo, dove nessuno sguardo di turista potrà mai spingersi, e dove invece sono custodite profonde e umane verità. Sono i viaggi degli operatori di pace, di chi lavora con le agenzie dell’Onu, o con la Cooperazione governativa italiana. Uomini e donne che visitano luoghi inaccessibili, terre alle quali sono state spesso inflitte indicibili violenze. Anche qui esistono manifestazioni del sublime, fragili presidi di cultura e di civiltà, bellezze naturali incomparabili. La presenza di questo patrimonio dell’umanità contribuisce a dare forza agli operatori di pace. Come è avvenuto per Paolo Dieci, il presidente del Cisp, il Comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli, scomparso nell’incidente aereo dell’Ethiopian Airlines del marzo 2019. Promotore di innumerevoli attività di cooperazione allo sviluppo tra Italia e Africa subsahariana, Dieci era stato testimone non solo dell’infinita povertà dell’Etiopia, ma anche della sua immensa ricchezza culturale. È nata in questo contesto la scintilla che ne ha fatto un difensore dei diritti dei più deboli.

Paola Boncompagni, a lungo consulente per agenzie delle Nazioni Unite e per la Cooperazione governativa italiana, ha affidato a un diario fatti, testimonianze, descrizioni naturali di luoghi che sono, il più delle volte, ellittici rispetto ai normali itinerari di viaggio. Un quaderno compilato in cielo durante ogni spostamento aereo, come per fissare una distanza che ne potenziasse l’obiettività dopo il sedimentarsi delle emozioni. Da novella James Cook che, a bordo dell’Endeavour, naviga alla scoperta di mondi sconosciuti e che descrive, con letteraria maestria, meravigliose e incontaminate nature.

Ecco allora sfilare paradisi naturali e paradisi fiscali, irrequieti suoli mediorientali e isole del Pacifico, parchi archeologici e maestosi luoghi di culto. A un certo punto, seguendo la scia della cooperazione italiana, siamo in Mauritania, l’ultimo Paese al mondo ad abolire la schiavitù nel 1981. Il viaggio fa tappa nella città di Chiringuetti, luogo santo dell’Islam all’incrocio delle rotte carovaniere. Qui la Cooperazione italiana interviene per salvare dal degrado libri antichi e manoscritti custoditi in abitazioni private. Essere proprietari di una biblioteca donava prestigio alle famiglie che si sono tramandate, per secoli, migliaia di volumi, creando raccolte uniche al mondo. Gli italiani, maestri nell’arte del restauro e della conservazione dei beni culturali, hanno aiutato a creare in Mauritania una specie di pronto soccorso del libro, un laboratorio finemente attrezzato dove tecnici locali lavorano al recupero dei manoscritti. Il restauro dei beni culturali è un’attività spesso poco conosciuta, non secondaria sullo sfondo del contributo che la nostra Cooperazione dà alla lotta alla fame, alla povertà, all’esclusione sociale. Tanti i progetti che vedono l’Italia al centro delle attività di tutela. Tra questi anche la collaborazione con Riwaq, una Ong che cura la conservazione e la valorizzazione del patrimonio architettonico della Palestina. I centri storici di decine di villaggi palestinesi sono infatti in stato di semi abbandono, alcuni sono completamente disabitati. La missione degli architetti di Riwaq, allora, è di proteggere l’eredità storico artistica e la cultura del paesaggio locale.

Il diario della Boncompagni ci fa vivere dall’interno la dura realtà del campo profughi di Djabal, in Ciad, dove arriva l’onda lunga delle genti in fuga dal Sudan. In Cambogia esploriamo il parco archeologico di Angkor Wat, il monumento religioso più grande del mondo. In Angola ci troviamo di fronte al dramma dei bambini maltrattati in famiglia perchè ritenuti portatori di malocchio. In India, invece, osserviamo in prima fila riti e liturgie di Mata Amritanandamay, la Grande Madre spirituale di tutti gli indiani. Le sue infinite sedute di donazioni di abbracci attirano gente da tutto il mondo.

La terra vista da qui rivela un profondo amore per l’umanità, e anche l’affascinante osmosi tra natura, storia, religioni, superstizioni, geografia fisica ed economica. E quando, nell’intervallo tra una missione e l’altra, il viaggio si sofferma su scenari più familiari come le isole greche, il tutto appare nuovo, perché descritto dall’alto e narrato con la forza delle emozioni, confezionate in un elegante cofanetto letterario. Con una lezione di fondo: nel contrasto tra l’annoiata ricchezza occidentale e la drammatica povertà di tanti teatri di crisi, siamo inevitabilmente messi di fronte ai nostri quotidiani deliri di onnipotenza.