La cooperazione delle ONG raggiunge 238 milioni di persone in 119 paesi del mondo

Le Organizzazioni della Società Civile italiane attive nella cooperazione allo sviluppo e dell’aiuto umanitario presentano oggi i loro dati di trasparenza relativi all’anno 2022 attraverso il portale Open Cooperazione, piattaforma che raccoglie da ormai otto anni i dati di trasparenza e accountability di oltre 200 tra le più importanti organizzazioni del settore.

I dati, inseriti volontariamente da ONG, Fondazioni ed altri Enti del Terzo Settore sono stati aggregati da Open Cooperazione e resi pubblici nella portale opendata attraverso grafici e info-grafiche. Anche nel 2022 le ONG italiane hanno messo a segno una crescita economica di quasi 10 punti percentuali, il valore economico sfiora quota 1,3 miliardi di euro.   Save the Children, Intersos, Fondazione AVSI, Comitato Italiano per l’UNICEF, COOPI, Medici Senza Frontiere, Emergency, WeWorld, ActionAid e Medici con l’Africa si confermano le prime dieci organizzazioni italiane sulla base dei loro bilanci delle entrate.

Resta stabile rispetto agli anni precedenti la composizione delle entrate, per le ONG il rapporto tra fra fondi pubblici e fondi privati si attesta rispettivamente a quota 60% e 40%. I fondi pubblici alle ONG arrivano dai cosiddetti finanziatori istituzionali, il 35% dall’Agenzia italiana per la Cooperazione AICS e dal MAECI, un altro 35% dall’Unione Europea (UE+Echo), poco più del 18% dagli enti territoriali attraverso la cooperazione decentrata e il restante 12% da agenzie delle Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali.
Si evolve invece lo scenario dei fondi privati. Oltre a quelli derivanti dalle donazioni liberali individuali, crescono in maniera rilevante le entrate da donazioni o partnership con le aziende (41%, più 10% rispetto al 2021) e dalle Fondazioni (35% in crescita di quasi 10 punti percentuali). Il canale fiscale del 5×1000 contribuisce per il 17% e le chiese per il 6% circa.

I dati del 2022 mostrano come la geografia della cooperazione sia sempre in evoluzione. L’aumento di progetti e OSC attive nei contesti di emergenza conferma la capacità di intervento delle organizzazioni della società civile italiana nelle diverse crisi che sempre più frequentemente si aprono a livello globale, osserva Elias Gerovasi, curatore del progetto Open Cooperazione. Le organizzazioni mantengono un forte presidio anche nei cosiddetti conflitti dimenticati, pensiamo a Yemen, Sudan e Siria e in tante aree destabilizzate da bande armate come Burkina Faso, Mozambico, Niger e Mali. In questi contesti senza la cooperazione delle ONG sarebbe impossibile fornire assistenza di base alle popolazioni colpite.

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