Comunicato Stampa
Gaza. La sospensione dei Fondi all’UNRWA avrà un impatto durissimo sulla popolazione stremata. Occorre rivedere la decisione assunta.

 

29.01.2024

LINK 2007, la rete di Ong di solidarietà e cooperazione internazionale chiede al Governo italiano di rivedere la sospensione dei finanziamenti all’UNRWA, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi.

Di fronte alla catastrofe umanitaria in corso a Gaza e all’urgenza, sottolineata anche dalla recente sentenza della Corte Internazionale di Giustizia de L’Aia, di garantire l’accesso e l’implementazione degli aiuti umanitari nell’area della Striscia, la sospensione dei finanziamenti all’UNRWA, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi, annunciata da diversi governi donatori, tra cui l’Italia, rischia di avere un impatto durissimo sulla popolazione già allo stremo.

Con circa un milione di persone sfollate e accolte all’interno o nei pressi dei 154 centri protetti allestiti dall’UNRWA, l’agenzia svolge un ruolo insostituibile nel garantire accesso a beni essenziali a partire da cibo e acqua potabile. Va sottolineato inoltre che, dall’inizio del conflitto, l’UNRWA ha pagato un prezzo altissimo e senza precedenti, con 152 dipendenti uccisi e 141 strutture danneggiate dai bombardamenti.

Rivolgiamo il nostro appello al Governo italiano e ai Governi donatori, chiedendo di non chiudere gli occhi sul dramma della popolazione di Gaza e di premere perché sia garantito il pieno rispetto dei principi umanitari e del diritto umanitario internazionale.

Senza in alcun modo minimizzare l’assoluta gravità delle accuse nei confronti di alcuni dipendenti dell’UNRWA, su cui le Nazioni Unite hanno immediatamente avviato una indagine adottando giustamente misure severe, invitiamo ad un ripensamento rispetto alla decisione della sospensione dei fondi, che appare sproporzionata e sbagliata, perché colpisce chi attende aiuti umanitari in una situazione che la cui gravità richiede interventi urgenti per la stessa sopravvivenza delle persone, a partire dalle molte estremamente vulnerabili.

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