La cooperazione allo sviluppo non può essere subordinata alla politica
Domenica 23 luglio 2023 si terrà a Roma la Conferenza internazionale su Sviluppo e Migrazioni. «Dobbiamo ricordare», scrive Roberto Ridolfi, presidente di Link2007, «che cooperazione allo sviluppo e i partenariati che la qualificano non possono però essere subordinati ad approcci politici contingenti, in continua evoluzione»
20/07/2023
Di Roberto Ridolfi
Domenica 23 luglio 2023 si terrà a Roma, presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, la Conferenza internazionale su Sviluppo e Migrazioni, alla quale prenderanno parte Capi di Stato e di Governo, tra cui il presidente tunisino Kais Saied, e Ministri degli Esteri della regione del Mediterraneo allargato, i vertici dell’Unione europea e delle principali Istituzioni finanziarie internazionali.
I lavori della Conferenza prenderanno il via con un indirizzo di saluto del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, cui seguirà l’intervento di apertura della Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni. Sono previste due sessioni di lavoro con le conclusioni affidate alla Presidente del Consiglio, seguite da una conferenza stampa. Gli interventi di apertura e la conferenza stampa saranno trasmessi in live streaming sul canale YouTube della Farnesina e di Palazzo Chigi.
Cosa sappiamo dell’evento
Sono molto scarne le notizie su quest’evento, data l’importanza che gli viene attribuita. “Lo considero l’inizio di un percorso che può consentire una partnership diversa dal passato“, ha infatti dichiarato la Presidente Giorgia Meloni.
Proprio sul nesso “Migrazione e Sviluppo” recentemente il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e l’ Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, hanno elaborato un documento di una decina di pagine che definisce le “Linee guida strategiche sul nesso migrazioni e sviluppo”. Si tratta di un documento sintetico e preciso che, partendo dal quadro internazionale, europeo e nazionale, indica sia gli obiettivi strategici e le priorità di azione, sia le modalità di monitoraggio e i criteri di valutazione delle iniziative di cooperazione allo sviluppo legate alla migrazione.
Le osservazioni della Rete Link 2007
Data la rilevanza di tali Linee Guida per la cooperazione internazionale e per i partenariati bilaterali che ne costituiscono l’ossatura e che si vorrebbero “diversi dal passato”, la Rete Link 2007 ha cercato di approfondirle sulla base dell’esperienza delle proprie Ong e nello spirito del dialogo costruttivo con le istituzioni ministeriali per una cooperazione di qualità. Ne sono scaturita una serie di osservazioni che sono pubblicate nel sito della Rete, alcune delle quali qui riprendiamo.
Le Linee guida riprendono, riassumendolo, un precedente documento del gruppo di lavoro del Cncs sul tema e fanno riferimento a politiche e linee attuative adottate dall’Onu, sia in relazione ai rifugiati che alla migrazione “ordinata, sicura e regolare”. L’attenzione è riservata alle azioni nei Paesi terzi, come l’aiuto ai rifugiati in tali paesi, senza però considerare – se non altro per una questione di coerenza delle politiche di sviluppo – le modalità dell’accoglienza dei rifugiati in Italia, i cui costi sono comunque computati come Aiuto Pubblico allo Sviluppo nelle relazioni annuali al Dac.
Il duplice orientamento
Le aree di azione prioritarie esprimono un duplice orientamento: convenzioni, agende e impegni internazionali da un lato e politiche nazionali dall’altro. Ciò è coerente con l’attuale politica governativa ma non altrettanto con il mandato ampio e ambizioso della cooperazione allo sviluppo che è “parte qualificante della politica estera italiana”, si ispira “ai principi della Carta delle Nazioni Unite ed alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”, riconosce “la centralità della persona umana, nella sua dimensione individuale e comunitaria”, persegue gli obiettivi volti a “tutelare e affermare i diritti umani e la dignità dell’individuo” (art 1 della Legge 125/2014).
Le aree di azione dell’Italia
Le Linee Guida si riferiscono in particolare alle aree di azione dell’Italia, che sono in sintesi quelle adottate internazionalmente: “dialogo politico, gestione dei confini, assistenza a rifugiati e migranti, sviluppo economico, campagne informative, riammissioni, rimpatri volontari assistiti, migrazione regolare, protezione e asilo e promozione dei diritti umani”. Esse possono però essere declinate e attuate con differenti modalità, sulla base degli orientamenti politici prevalenti, che possono rafforzare o indebolire il valore delle stesse Linee Guida e la forza dei rapporti di partenariato. La coerenza delle politiche è richiamata ai fini dell’Agenda 2030 e del raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Ma sembra rimanere contenuta nell’ambito migratorio, mentre la risoluzione 8529 (16.05.2019) del Consiglio Europeo ricorda a tutti gli Stati membri l’obbligo sancito dal Trattato di tener conto degli obiettivi della cooperazione allo sviluppo in tutte le politiche interne ed esterne.
5 obiettivi strategici
Cinque sono gli obiettivi strategici indicati con le relative priorità di azione e contengono validi elementi di cooperazione bilaterale che in parte la “qualificano”, come è indubbiamente nelle intenzioni degli estensori del documento, ma in parte appaiono frenati da quel duplice orientamento evidenziato sopra, che tende a sminuire l’irrinunciabile “coerenza delle politiche – interne e esterne – con gli obiettivi della cooperazione allo sviluppo” e le ambizioni della Legge 125.
Le linee guida esprimono indubbiamente una cooperazione allo sviluppo positiva, anche se a nostro avviso parziale e poco ambiziosa. L’attuale approccio politico, ancorché in una fase di adattamento, evoluzione e affinamento, sembra condizionarne valori e contenuti. La cooperazione allo sviluppo e i partenariati che la qualificano non possono però essere subordinati ad approcci politici contingenti, in continua evoluzione. Le iniziative e le attività rischierebbero di trasformarsi facilmente in qualcos’altro, non più definibile cooperazione allo sviluppo, sostenibilità, partenariati paritari, proprio quelli che si vogliono costruire e moltiplicare come cifra identificativa dell’orientamento italiano.
Il documento “Linee guida sul nesso Immigrazione-Sviluppo – Osservazioni di LINK 2007”
*Roberto Ridolfi, presidente di Link 2007
L’articolo è stato pubblicato su VITA NON PROFIT